Vertical Farming: “nuova” verdura nei carrelli della spesa

Vi piacerebbe acquistare ortaggi coltivati direttamente all’interno del vostro supermercato di fiducia? “Cogliere” con le vostre stesse mani verdure da vetrine con allestite colture verticali? Siamo certi di sì.
Ebbene, non si tratta affatto di uno scenario da immaginare in un futuro remoto. Ma una realtà già consolidata che, fortunatamente, da diversi anni sta facendo parlare di sé.

Con il termine “Vertical Farming” si intende la ricostruzione di un ambiente naturale all’interno di un edificio. Un luogo in cui vengono ricreate le condizioni ambientali adatte alla crescita di piante e ortaggi. È stato ideato dal professor Dickson Despommier della Columbia University e parte da una riflessione molto semplice: l’Onu stima che nel 2050 saremo sulla Terra 9 miliardi di persone e – stando alla disponibilità di risorse odierne – non ci sarà possibile sfamare tutti, essendo già stato utilizzato l’80% dei terreni coltivabili.
Il Vertical Farming si dimostra essere, dunque, un’ottima soluzione ecosostenibile e soprattutto un appetibile investimento per la Grande Distribuzione Organizzata.

 

 

 

Fonte foto: pixabay

Quali i vantaggi di questo semplice ma straordinario sistema produttivo?

 

  1. Azzeramento dell’impatto ambientale.
    Nessun rifiuto, nessuno scarto, nessuna emissione. Tutte le risorse utilizzate, in primis quelle energetiche, sono prodotte ecocompatibilmente.

     

  2. Risparmio d’acqua al 90%.
    La tecnica utilizzata è principalmente quella della coltivazione idroponica: un’agricoltura fuori suolo, basata sull’utilizzo delle acque di scarico per irrorare le piantagioni. Grazie a questa, le piante le depurano nutrendosi e danno nello stesso tempo origine ad acqua potabile per l’uomo.

     

  3. Salubrità dei prodotti ottenuti.
    Gli ambienti chiusi e controllati insieme all’abolizione di pesticidi e sostanze chimiche assicurano la produzione di ortaggi biologici e sicuri.

     

  4. Fornitura a kilometro zero.

     

  5. Riduzione delle emissioni di CO2 a livello globale.
    Si tratta, infatti, di un sistema produttivo che abbatte radicalmente l’inquinamento dovuto al trasporto merci.

     

Quali gli effetti sociali nel mondo della GDO?

Il Vertical Farming non è solamente un protagonista dell’economia green. È anche lo strumento che consente di trasformare il processo d’acquisto del consumatore finale da “Kilometro zero” a “Metro zero”. Duplicando infatti tale tecnologia di coltivazione all’interno dei punti vendita, gli acquirenti possono cogliere con le proprie mani la verdura che mangeranno poi a casa propria.
Si tratta di una eccezionale innovazione di autoproduzione in cui già molte insegne di supermercato hanno investito negli Stati Uniti, Nord Europa e in Giappone. Le vetrine in cui sono esposte le piante son in realtà delle piccole serre modulari: rappresentano, cioè, un micro ecosistema a se stante capace di ricreare coltivazioni completamente diverse tra loro.

 

Supermercato Edeka. Fonte Immagine: www.osservatorioveganok.com

Interessante sarà riflettere su quanto la loro introduzione nel retail permetta di migliorare le abitudini alimentari delle comunità locali e di modificarne notevolmente quelle di spesa. Basti pensare alla nuova possibilità di acquistare prodotti letteralmente sempre freschi. O, soprattutto, ortofrutta non affatto stagionale. Qualunque sia la richiesta di mercato, infatti – pomodori durante l’inverno in Danimarca o cavoletti di Bruxel in calde località – è sempre teoricamente possibile accontentarla!
Ed è così che il Vertical Farming può indirettamente arricchire il potere d’acquisto nelle mani del cliente.
Chissà, potremmo vedere in futuro i vostri carrelli sempre più pieni di verdura… di ogni varietà!

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